È andato in scena la prima puntata dello Scafati Basket sotto la regia di Boniciolli. Una sconfitta inevitabile contro una delle migliori squadre di campionato.
Scafati Basket, termina 83-59 a Venezia
Al PalaTaliercio non bastano tre buoni quarti dei gialloblù che si arrendono alle azioni della squadra padrona di casa. Una partita di debutto non perfetta per gli uomini di Boniciolli, che hanno effettuato poche realizzazioni da tre punti, e un basso numero di rimbalzi conquistati. Nonostante ciò, degni di nota sono i 9 punti realizzati dal professore, David Logan, che gli hanno però permesso di raggiungere quota 3.500 in serie A.
“Ci è mancata l’energia e la fisicità per finire dentro l’area”, le dichiarazioni di Ciarpella
Il nuovo allenatore Matteo Boniciolli, che durante la conferenza post partita ha dichiarato: «Sono arrivato da due giorni e mezzo a Scafati e posso dire che non c’era partita migliore di questa, contro un avversario di livello europeo, per riuscire ad avere una fotografia completa di quello che abbiamo, di quello che ci manca e del lavoro che occorre fare. Venezia ha vinto meritatamente, perché ha giocato meglio di noi. La percentuale di tiro da tre dei padroni di casa si è alzata solo quando i giocatori locali si sono rasserenati ed hanno capito di avere la partita in mano; fino a quel momento, anche cambiando le nostre regole difensive sul pick and roll, siamo riusciti a limitare molti dei problemi avuti in passato. Andiamo via tutt’altro che contenti, perché non fa mai piacere perdere, figuriamoci poi con un passivo così largo. Però, come detto, avevo bisogno, dopo due allenamenti e mezzo, di vedere la mia squadra giocare contro un avversario come questo e su un campo come questo per capire se la strada intrapresa, come credo, sia quella giusta. Come ha detto il patron negli spogliatoi, il tempo passa e il campionato va avanti. Ma io traggo spunto da un insegnamento dell’ex pilota di Formula Uno Carlo Rossi, che una volta mi disse: “Quando sei in pista ed inizi a vedere lo specchietto retrovisore, vuol dire che sei un perdente, perché non sei più un pilota che pensa a vincere, bensì uno che pensa solo a non perdere”. Alla luce di questo insegnamento, proseguo nel mio lavoro, perché penso di aver capito esattamente quello di cui abbiamo bisogno e le qualità che abbiamo. Continuo ad andare avanti e mi ostino a non guardare nello specchietto retrovisore».
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