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500 giorni insieme: voltare pagina, dall’illusione delle aspettative alla disillusione del reale

19/03/2015

Narrator: “[…]This is a story of boy meets girl, but you should know upfront, this is not a love story.”

Summer: “I just... I just woke up one day and I knew.”
Tom: “Knew what?”
Summer: “...What I was never sure of with you.”

Tom: “Look, we don't have to put a label on it. That's fine. I get it. But, you know, I just... I need some consistency.”
Summer: “I know.”
Tom: “I need to know that you're not gonna wake up in the morning and feel differently.”
Summer: “And I can't give you that. Nobody can.”


Titolo: (500) Days of Summer
Genere: Commedia romantica
Anno: 2009
Regista: Marc Webb
Sceneggiatori: Scott Neustadter, Michael H. Weber
Attori principali: Joseph Gordon-Levitt (Tom Hansen), Zooey Deschanel (Sole (Summer) Finn), Geoffrey Arend (McKenzie), Chloë Grace Moretz (Rachel Hansen), Matthew Gray Gubler (Paul).


Questo film mi ha colpito per la sua bellezza registica, ma soprattutto per i messaggi che lancia allo spettatore. Ancora di più quando l’ho rivisto in un periodo particolare della mia vita. Credo di averlo compreso profondamente proprio la seconda volta.

500 giorni insieme parla di una particolare storia tra due ragazzi, Tom e Sole.
Un piccolo appunto va fatto sulla scelta del cambiamento del nome della protagonista. In inglese è Summer, in italiano è Sole per ragioni narrative. Quindi il titolo originale sta a significare il tempo in cui Tom è stato con Sole. È bene tenerlo a mente per la parte finale del film.
La loro storia durerà quasi un anno, ma noi osserveremo la loro vita anche dopo la rottura, raccontata per l’appunto in 500 giorni.
Il narratore dice espressamente all’inizio del lungometraggio che questa non è una storia d’amore, ed è effettivamente così.
O meglio, è solo a senso unico. Tom è innamorato di lei, è un tipo romantico, crede all’amore vero. Sole è disillusa e non ci crede affatto, anzi ne ridicolizza l’idea, chiedendo con incredulità a Tom, se seriamente ci crede.
I due finiscono per mettersi insieme, ma questo binomio illusione/disillusione sarà il motivo della loro rottura.

Niente paura, nessuno spoiler! Il film è girato, a mio parere magistralmente, in uno schema narrativo non lineare, mostrando il numero dei giorni che vengono presentati all’inizio di ogni scena.

La narrazione può sembrare banale, e se la si analizza per quella che è, si può anche desumere che lo sia. Ma come viene resa, attraverso specifiche scelte registiche, e i messaggi che invia, la fanno risultare tutt’altro che banale.
Il film risulta essere una lezione di vita, e riesce a rendere la storia originale, con un tema quale la rottura di un fidanzamento che tutto è fuorché una cosa nuova.

Esso ci insegna ad aprire gli occhi, a non essere troppo illusi sull’amore, ma in generale sulle persone. Significative sono le scene di due giorni differenti e molto lontani tra loro, in cui Tom in un primo momento dice di essere innamorato di Sole, e ce lo racconta elogiandone le sue particolarità fisiche. In un secondo momento, dopo la rottura, denigra le stesse affermando che la odia.
Queste e molti altri tipi di scene ci faranno sorridere non poco.
La componente comica non è mai scontata, anzi è abbastanza originale. Riesce a giocare sulle nostre debolezze dovute all’illusione e alla successiva disillusione, creando una comicità che oserei definire divertente in modo brillante.

Ma non è questo l’unica lezione che ci dà. Esso ci invita anche a credere all’amore, di non ripudiarlo e di non chiuderci a riccio solo perché abbiamo ricevuto delle forti delusioni. Soprattutto ci esorta al rispetto dell’altro su temi così delicati. C’è chi vive in maniera disimpegnata, ma deve farlo sempre rispettando i sentimenti e le credenze altrui.

Il film ci scuote invitandoci a riprenderci da una batosta amorosa. Ma questo è facilmente intuibile, e di sicuro non c’è bisogno del cinema per farcene rendere conto.
Ma esso va oltre questo consiglio, mostrandoci la scena che più di tutte mi ha colpito (l’immagine quella dell’articolo).
Essa è girata dopo la loro rottura e mette in rilievo la speranza di Tom di un loro ritorno insieme, a seguito di un invito da parte di lei ad una sua festa.
La scena si divide in due fotogrammi accostati, che rispettivamente rappresentano le aspettative e la vita reale di Tom.
L’esito è intuibile dall’immagine eloquente.
Il film in questo caso, quasi come se ci attaccasse con durezza, ci esorta ad affrontare la realtà e a non avere troppe aspettative dalla vita. La speranza fa bene, ma fino ad un certo punto, cioè fino a che non diventa controproducente. Ancora una volta ci invita a disilluderci, mantenendo comunque le nostre credenze, le nostre passioni e i nostri legami.
Ci dice espressamente di non abbatterci sulle faccende negative della nostra vita, ma di farcele scorrere addosso. Non di evitarle ma di affrontarle. E se dovesse esserci la possibilità di un’occasione positiva, ci dice di stare bene quasi allo stesso modo se non dovesse andare in porto.

Infine, con l’ultima citazione che ho postato all’inizio dell’articolo, esso ci rende coscienti che siamo degli essere volubili. Ma più che alla volubilità, esso fa riferimento alla nostra condizione di essere in continuo mutamento. Ogni giorno, anche se spesso non ce ne rendiamo conto, noi cambiamo il nostro modo di pensare. Nel senso che ci evolviamo in ogni momento in qualcosa di nuovo, il che influenza spesso i nostri giudizi e i nostri desideri. Ogni mattina quando ci alziamo siamo diversi da ieri, anche nel più piccolo e insignificante pensiero.

Con queste consapevolezze di noi stessi possiamo vivere meglio, a mio parere. E non bisogna disperarsi se passa l’Estate, inevitabilmente arriverà l’Autunno.

Antonio Carmando - ExtraTime - - Vai alla Home

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